6. VISTA VISIONE E VISIONARI
Intendo la vista come il processo “meccanico” con il quale siamo in grado di vedere. Mentre intendo la visione come la reinterpretazione che fa il nostro cervello di quello che la vista ci propone. E noi come fotografi dobbiamo cercare di essere visionari! In sostanza la vista è in qualche modo un processo oggettivo mentre la visione in quanto reinterpretazione è un processo soggettivo. La macchina fotografica in quanto strumento meccanico (al giorno d’oggi anche elettronico) è tendenzialmente “stupida”, è oggettiva e realizza un’immagine “oggettiva” ( e a volte stupida!). Quello che noi vediamo però quando guardiamo un paesaggio non è puramente oggettivo ma mediato dalla nostra percezione. Ecco perché quando scattiamo una fotografia di un bel panorama che ci ha emozionato, ci capita di avere la sensazione che non “ci sia nulla” di quello che avevamo visto, o che le cose che tanto ci avevano colpito “spariscano” all’interno dell’immagine, confuse tra molti elementi “inutili”. Questo accade perché il nostro cervello rielabora quello che vede dando dei pesi diversi alle cose interessanti. Così quel singolo fiore in un prato che tanto ci sembrava bello quando cerchiamo di fotografarlo nel suo contesto sparisce completamente. Il nostro occhio aveva “visto” fiore nel campo e il nostro cervello gli ha attribuito un peso maggiore a quello che effettivamente aveva. La macchina fotografica si limita a vederlo. Sta a noi utilizzare tutte le nostre competenze di composizione per dargli maggiore peso.
ESEMPIO: avete presente il bilanciamento del bianco!??!? Se non sapete di che parlo scrivetemelo che facciamo un ripassino che non fa mai male.. se è tutto chiaro proseguite!
Beh dicevo: provate a scattare una foto con una lampadina accesa vicino ad una finestra. Quello che otterrete sarà una immagine con una dominante di luce decisamente gialla ( tanto più gialla quanto la luce è calda) e una decisamente azzurra (quella della finestra). (Se non avete mai provato, provate! ) Queste dominanti di colore così intense non sono visibili al nostro occhio, o meglio sono rielaborate dal nostro cervello per ottenere una luce quanto più possibile uniforme. Possiamo vantarci del fatto che siamo più intelligenti di una macchina fotografica… almeno speriamo!
Approfondiremo più in là anche come la scelta dell’inquadratura e dell’obbiettivo possano contribuire a far sparire le cose ( mai una gioia!!) o a evidenziarle. E dal prossimo post entriamo proprio nel concetto di composizione utilizzando le linee!
luigi rosso
Marzo 25, 2020Complimenti vivissimi
Alfonso Pisani
Maggio 19, 2020Sarebbe meglio un ripasso del bilanciamento del bianco
Grazie mille
Elisabetta Rosso
Maggio 22, 2020Ciao Alfonso … ok 🙂